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Torunn Breiseth. Così Torunn si è sempre chiamata prima di scoprire di essere una Neshov. Precisamente, la figlia di Tor Neshov. Suo padre la concepì in un giorno di libera uscita a Tromso, nel nord della Norvegia, dove faceva il servizio militare. Quando Cissi, la ragazza con cui si intrattenne, si recò fin giù a casa dei Neshov, portando in grembo la piccola Torunn, la donna che avrebbe dovuto essere sua suocera la mise alla porta. Ora quella donna, la matriarca dei Neshov, è passata a miglior vita, e Torunn si è ritrovata nella fattoria di Tor, al cospetto di un padre che, in trentasette anni, non ha mai frequentato e di zii, Erlend e Margido, di cui conosceva a malapena l'esistenza. Catapultata all'improvviso in una storia di cui non ha mai fatto parte, Torunn cerca di familiarizzare con i fratelli Neshov. Tor, suo padre, le appare come un uomo felice soltanto nella sua porcilaia. Erlend, il fratello minore che ha soltanto tre anni più di Torunn, il figlio fuggiasco che anni prima ha lasciato il podere in un impeto di caparbia autoaffermazione, sembra colui che se l'è cavata meglio. È felice, ama ed è amato dal compagno, Krumme. Margido, il fratello di mezzo, il titolare di una fiorente impresa funebre, è colui che è forse più difficile chiamare zio, così distante, così inavvicinabile come appare. C'è poi la fattoria, a picco sul fiordo, con le pareti tinteggiate di verde chiaro anni addietro e le finestre ricoperte di fiori di gelo.